Cartone ondulato, parte la class action per le aziende danneggiate dal cartello
Unilegion, società specializzata nell’organizzazione di azioni legali collettive, ha dato il via alla raccolta di aderenti alla class action relativa al cartello sul cartone ondulato, dapprima accertata dall’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) tramite un’istruttoria conclusasi nel luglio 2019; e successivamente confermata da Tar e Consiglio di Stato a inizio 2023.
La class action è indirizzata in particolare alle aziende italiane che hanno acquistato cartone ondulato nel periodo tra il 2004 e il 2017, per cui si profila ora la possibilità di ottenere un rimborso del prezzo maggiorato pagato a causa dell’intesa illegale.
“L’importo del sovrapprezzo pagato varia a seconda dei casi, ma è stimabile tra il 10 e il 20% o più del prezzo di acquisto corrisposto per i prodotti oggetto del cartello” spiega Luisa Capitanio (nella foto), country manager per l’Italia di Unilegion. “Inoltre, quando si scopre come in questo caso che il cartello si è protratto per un lungo periodo di tempo, vanno aggiunti gli interessi maturati, la rivalutazione monetaria e il mancato profitto (lucro cessante) che può arrivare fino al +50% del danno originario. A titolo esemplificativo, quindi, un’azienda che abbia acquistato scatole di cartone per un volume di 500mila euro all’anno per 14 anni (dal 2004 al 2017), per un totale di 7 milioni di euro, pagando un sovrapprezzo indicativo del 15% potrebbe anche ricevere fino a 1,5 milioni di euro di risarcimento, o più».
Le aziende attive nel settore agroalimentare sono quelle più colpite dal cartello; ma anche il settore non-food, che rappresenta circa il 40% del mercato di sbocco del cartone ondulato, è rimasto danneggiato. Ma i cartelli di grande rilevanza tendono a influenzare tutto il mercato, che si adatta inevitabilmente al rialzo dei prezzi. “È un fenomeno – continua Luisa Capitanio – che viene comunemente chiamato effetto ombrello e che ha conseguenze di vasta portata sull’intera economia. I prezzi volontariamente gonfiati, infatti, si traducono in un aumento dei costi per le imprese e soffocano l’innovazione e la crescita. Pertanto, ci aspettiamo che non solo le aziende che hanno acquistato direttamente dai membri del cartello, ma anche quelle che hanno acquistato da non membri (costretti a loro volta ad aumentare i prezzi sulla scia dei cartelli) possano chiedere il risarcimento ai cartellisti”.
Nella class action, Unilegion si avvale della collaborazione con lo studio legale Trevisan & Cuonzo e con l’avvocato Nicolò Manzini; per la consulenza economica, si appoggia invece a Charles Rivers Associates (Cra).