Bar Brutal, prima e dopo le tapas

di letizia ceriani

Sarà l’atmosfera rilassata, le vie brulicanti, o l’aria salmastra, ma alla capitale della Catalogna non mancano di certo personalità e fascino. Nella coloratissima cornucopia di locali, bar e ristoranti, sulla strada, sulle terrazze o nella zona del porto, spicca la proposta di vino e cibo di Bar Brutal, che si trova in zona El Born/La Ribera, proprio a due passi dal museo di Picasso.

In cucina, un team di cinque persone si spartisce le comande come le catene di montaggio dei veri ristoranti; chi ai dolci, chi agli antipasti, chi alla griglia, chi al pass (la cucina è a vista). Lo chef è l’autorevole Nestor Arminio, mentre Jordi Colpani alle fiamme della brace gli fa da sous chef. Il personale in sala è giovane, competente e informale.

C’è chi ha definito Bar Brutal “l’archetipo del tapas bar”, e come dargli torto. Da sempre votato ai vini naturali, il locale, è senz’altro fra i primi – almeno in terra catalana – quanto a qualità delle cantine – molte spagnole, ma ci sono vini da tutto il mondo -, e a numero. Prendetevi una buona mezz’ora per consultare l’intera bibbia dei vini.

Aperto dalle sette di sera all’una di notte (venerdì, sabato e domenica anche a pranzo), il locale offre la possibilità di fermarsi per un calice, per stuzzicare qualcosa – una selezione di formaggi, dell’ottimo jamón, sfiziose olive – o per godersi un autentico viaggio gastronomico che attraversa il vegetale, il mare, e la terra. Il menu cambia stagionalmente, e più volte al mese, in base alla disponibilità del mercato.

Partiamo dal bere: ci lasciamo sedurre dal metodo ancestrale Joan Rubió Ancestral Xarel lo, quasi chilometro zero, molto minerale e asciutto, si concede sempre di più una volta aperto. Come ogni locale di tapas che si rispetti, non ci sono antipasti, primi e secondi, ma un’unica carta da riscrivere a piacere. Il tutto, ovviamente, “para compartir”.

Anche se le acciughe del Mar Cantabrico sono sempre deliziose, optiamo per un inizio veggie. E che inizio. Affondiamo coltello e cucchiaio in una magnifica composizione fatta di dolce zucca arrostita, un letto di purè di broccoli, insalatina agrodolce di funghi enoki (diffusi in Giappone e Corea) che vanno a contrastare la dolcezza delle carotine gialle, e un fondo di salsa di olio e basilico che ricordano il Mediterraneo, le nostre trofie liguri, ma anche luoghi esotici e profumati. Scarpetta obbligatoria col pane della casa che a Barcellona – va detto – è davvero buono…

Continua a leggere e scarica la tua copia di MAG.

Letizia Ceriani

SHARE