Il pane diventa portata. Va specificato?

*a cena con diritto

Oltre al coperto a pesare sul conto è anche la voce pane che si trova in fondo allo scontrino. Da sempre si pensa che tale costo sia compreso nel coperto ma non è così.

Anzi, è in aumento il numero dei locali che lo considera come portata a parte per effetto del rincaro della materia prima e del ricorso a sempre più sofisticate tecniche di panificazione.

Pur considerato come una portata, a parte il pane, va indicato nel menu unitamente al relativo costo e va addebitato, con una voce espressa in scontrino, solo se richiesto. Quindi non si può inserire la voce “pane” nel conto senza che ciò sia scritto nel menu.

Nell’ipotesi in cui il cliente lo trovi già in tavola al momento dell’ordine, gli va chiesto se lo vuole tenere o meno e solo nella prima ipotesi gli va servito e attribuito il relativo costo.

Nel caso invece in cui il ristoratore, di propria iniziativa, serva il pane senza che il cliente lo abbia espressamente chiesto può farlo pagare solo se l’ospite è interessato a mangiarlo: pertanto, sul presupposto che il costo del pane va indicato sul menù, se non è interessato a consumarlo, il cliente può chiedere di portarlo via e, se addebitato, potrà legittimamente contestarlo e farlo togliere dal conto!

Al di là di quello che prevede la legge, la valorizzazione del cestino del pane come piatto e costo a sé rappresenta in ogni caso il frutto di una scelta imprenditoriale che, pur difficilmente digeribile dal cliente, può trovare una sua giustificazione se, a fronte di ridotti margini di profitto, rappresenta un costo non sostenibile per un’azienda di somministrazione alimentare.

Bisogna però sempre considerare quale pane viene servito e a che prezzo.

*di alessandro klun

Letizia Ceriani

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