Foodora: a novembre sale la retribuzione dei rider

Dopo le proteste dei rider (i ragazzi in bicicletta preposti alla consegna del cibo) per il basso livello delle loro retribuzioni, Foodora, startup di origine tedesca che opera in Italia a Milano e Torino, ha deciso di aumentare il compenso dal prossimo mese di novembre.

Ad annunciarlo è la stessa azienda in un comunicato in cui fa sapere che «Nei giorni scorsi, dopo aver ascoltato le numerose riflessioni e gli spunti di discussione da parte dei rider, Foodora ha deciso di apportare i seguenti miglioramenti. A partire dal prossimo 1° novembre 2016 l’azienda allineerà il compenso per ordine in entrambe le città nelle quali è presente al momento, incrementandolo a 4 euro lordi a consegna. Secondo il dato storico, i rider consegnano in media almeno 2 ordini ogni ora, pari ad un compenso medio di 8 euro lordi (7,20 euro netti) ogni ora, superiore rispetto allo schema remunerativo orario precedente (5,60 euro lordi all’ora). In aggiunta, l’azienda ha stipulato un’ulteriore assicurazione integrativa per tutti i danni a terze parti durante l’attività. In più, Foodora ha sottoscritto alcune convenzioni per la manutenzione delle biciclette (50% di sconto sul listino presso le officine convenzionate) a beneficio dell’intera flotta».

Insomma, l’azienda fa un primo passo concreto per risolvere la situazione. Sempre nel suo comunicato, Foodora afferma di essere «pronta a confrontarsi con le Istituzioni competenti per poter rappresentare nel dettaglio la posizione aziendale, avviando un utile e costruttivo dialogo».

Quanto alla vicenda che ha scatenato le proteste dei rider e le polemiche nel pubblico dibattito, invece, l’azienda spiega come sia arrivata alla decisione di passare da un contratto orario a un contratto su compenso per ogni ordine. «Per gestire in modo più efficiente questi picchi di domanda e permettere un incremento dei compensi, l’azienda ha deciso, dopo un periodo sperimentale, di passare da un compenso su base oraria ad un corrispettivo per ciascun ordine portato a termine. Ne è risultato, analizzando i dati di settembre, che in questo modo ogni rider ha guadagnato in media il 20% in più rispetto allo schema compensativo precedente.

Nel suo comunicatio, inoltre, Foodora ha ricordato anche che «sta operando nel pieno rispetto della vigente normativa e pertanto, in aggiunta al compenso economico previsto per le consegne dei rider, versa regolarmente i contributi e i premi assicurativi, rispettivamente all’INPS e all’INAIL, a copertura in caso di ricovero ospedaliero, maternità e infortuni sul lavoro, ed i contributi previdenziali. L’azienda intende inoltre sottolineare che soltanto una minima parte dei propri rider ha preso parte alla protesta, mentre la stragrande maggioranza non lo ha fatto ed ha continuato a collaborare attivamente».

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