Food Wine & Co: l’agrifood post-Covid vale ancora 522 miliardi
Il settore agroalimentare italiano nel 2020 vale 522 miliardi di euro e rappresenta il 15% del Pil del Paese. È quanto emerge dal seminario Food Wine & Co. organizzato dal Master in Economia e management della comunicazione e dei media dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
IL CONTESTO
In occasione di Welfair – Il benessere in fiera, evento digitale della Fiera di Roma, si è parlato di benessere e sostenibilità nel settore enogastronomico italiano, analizzando l’andamento della produzione e dei consumi nel 2020.
L’agroalimentare rimane un comparto strategico per l’Italia: è un giro d’affari che coinvolge 740mila azienda agricole, oltre 330mila realtà nella ristorazione, ben 230mila punti vendita al dettaglio, 70mila industrie alimentari e 4 milioni di lavoratori.
Il concept del seminario è stato ideato nel 2012 da Simonetta Pattuglia (nella foto), docente e direttrice del Master e curatrice dell’evento e da Paola Cambria, direttore comunicazione e giornalista enogastronomica. «Per il decimo anniversario di Food, Wine & Co, abbiamo coinvolto i protagonisti del settore industriale, agricolo e di trasformazione alimentare, che hanno approfondito, in ottica marketing e comunicazione, cinque mega-trend del food italiano: i cambiamenti del comparto negli ultimi dieci anni, il cibo come fonte di benessere, il valore del turismo eno-gastronomico in Italia, la sostenibilità come driver d’acquisto per il consumatore e le nuove sfide del marketing e della comunicazione», ha commentato Pattuglia.
SOSTENIBILITÁ E BENESSERE
È emerso che un consumatore su due (il 54%) sceglie un’alimentazione più sana nel 2020 rispetto a 10 anni fa, mentre oggi più della metà degli italiani (il 55%) quando sceglie un viaggio ha come principale motivazione l’enogastronomia.
Il lockdown ha inoltre accelerato la digitalizzazione del food & beverage e ha fatto crescere in maniera esponenziale la pratica del delivery, per un giro d’affari nel 2020 di 706 milioni di euro pari al +19% sul 2019.
Al tempo stesso, anche la fame nel mondo è aumentata molto nell’ultimo anno: per questo, i Paesi membri dell’Unione Europea si stanno impegnando per raggiungere l’obiettivo “Zero Hunger” (Fame Zero), il secondo obiettivo dell’Agenda 2030, attraverso la trasformazione dei sistemi alimentari.
Il secondo mega trend riguarda la dimensione del cibo in rapporto a uno stile di vita sano. Il cibo del futuro è plant-based: si stima che il consumo di prodotti a base vegetale crescerà del 20% entro il 2024. Secondo uno studio McKinsey del 2021, inoltre, il 16% dei consumatori è pronto a pagare di più per comprare alimenti eco-sostenibili, mentre, relativamente ai prodotti, il 22% degli oltre 120mila prodotti riporta in etichetta un claim sulla sostenibilità, per un giro d’affari che supera i 10 miliardi euro e registra un +7,6% nel 2020 sul 2019. Il 30% dei prodotti presenta indicazioni su come smaltire le confezioni.
TURISMO ENO-GASTRONOMICO
Per quanto riguarda lo scenario del turismo eno-gastronomico in Italia, più di 2/3 delle persone (69%) si aspettano che il settore dei viaggi offra opzioni più sostenibili e dichiarano di voler visitare mete alternative al di fuori dell’alta stagione (51%) anche per evitare il sovraffollamento (48%).
Inoltre, secondo i dati del Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2021, se nel 2016 solo il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata all’enogastronomia, nel 2018 la percentuale è cresciuta al 30%, nel 2019 al 45%, sino al 55% nel 2021. Oggi, più della metà degli italiani sceglie un viaggio in base al gusto.