Starbucks, Schultz si dimette e pensa alla discesa in politica

Howard Schultz, fondatore di Starbucks, si è dimesso dalla carica di amministratore delegato della più grande catena di caffè al mondo. Al suo posto, dal 3 aprile 2017, subentrerà Kevin Johnson, già direttore operativo all’interno della multinazionale americana.

Schultz, tra i manager più in vista negli Stati Uniti, manterrà l’incarico di presidente ed è pronto a lanciarsi in una nuova sfida: quella di creare una nuova catena di negozi di lusso per il caffè.

Un progetto che, secondo il Wall Street Journal, è destinato a portare nuovi impulsi e nuove quote di mercato a Starbucks, che conta 25mila negozi in 75 Paesi, con 85 miliardi di capitalizzazione. Il modello è quello delle Reserve Roastery and Tasting Rooms, locali di fascia alta in cui vivere l’esperienza del caffè a 360 gradi (ce ne sarà uno anche a Milano nel 2017, per la prima volta in Italia).

Ma intanto si moltiplicano le voci su una possibile discesa in politica di Schultz, fermo oppositore di Donald Trump, nel momento in cui i democratici sono alla ricerca di nuovi volti e nuovi leader in vista delle elezioni del 2020.

Negli ultimi anni, infatti, il 63enne Schultz è sempre stato molto vicino a Barack Obama ed è intervenuto spesso nel dibattito nazionale su questioni come il possesso di armi da fuoco, i diritti degli omosessuali, la lotta al razzismo e le rette universitarie troppo alte per gli studenti americani.

Se si conta poi che l’imprenditore di origine ebraiche è riconosciuto come l’uomo che ha dato a tutti un posto caldo dove prendere un caffè e connettersi a internet, e soprattutto ha una storia di successo da “self made man”, la sua discesa in politica è assolutamente possibile.

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