Report Sace: l’export dei vini cresce del 14,5% rispetto al 2020

Nei primi sette mesi del 2021, l’export dei vini italiani cresce del 14,5%, portando il valore complessivo a 4 miliardi di euro.

Sace ha presentato l’approfondimento “Un export da bere: segnali di ottimismo per i vini italiani all’estero”, in occasione dell’edizione speciale di quest’anno di Vinitaly. Lo studio sull’andamento dell’export settoriale è stato svolto da SACE in collaborazione con Mediobanca e Ipsos.

La fiera del vino di Verona, che si sta svolgendo in questi giorni, illustra il quadro dell’attuale situazione nel mondo del vino. I dati dei primi sette mesi del 2021 hanno visto una crescita robusta delle esportazioni italiane di vino, con un +10,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.

LE BOLLICINE

Lo spumante italiano – in particolare il Prosecco – è cresciuto di oltre il 30% e ha segnato un +40% sul mercato americano. Anche la Francia sembra apprezzare le bollicine italiane che sono cresciute del 15,2% nei primi sette mesi dell’anno, continuando un percorso di crescita che prosegue da tempo.

Ulteriori potenzialità per il Prosecco italiano potrebbero venire dal recente dibattito tra Russia e Francia per il divieto all’utilizzo della denominazione Champagne in cirillico; si sta già registrando un avanzamento del Prosecco, che a suo favore ha un prezzo per bottiglia inferiore alle bollicine francesi e che negli ultimi anni ha visto crescere fortemente le proprie vendite in Russia (+90,7% nel primo semestre 2021, e nel 2020 +27,6%).

GLI SPIRITS

Anche l’export degli spirits ha visto una crescita del 23,2%. In particolare il sidro, grazie a una crescita del 50% rispetto all’anno scorso, ha superato, in valore, il vermut (140 milioni di euro circa contro i 120 milioni).

A livello territoriale, il Veneto è la prima regione per vino esportato: nei primi sei mesi del 2021 è stato venduto all’estero vino veneto per 1,1 miliardi di euro, con una crescita tendenziale del 12% (nello stesso periodo dello scorso anno le vendite si erano ridotte del 4,8%), un ampio rimbalzo dopo la caduta del 2020.  Lo segue il Piemonte, il cui valore esportato arriva a 572 milioni (+22,3% tendenziale), che si era mantenuto in positivo anche nel 2020. Terza regione per export la Toscana, che con 536 milioni di euro di vendite estere vede il suo vino crescere oltre i confini nazionali del 17,2%. Il Trentino-Alto Adige raggiunge il quarto posto e l’Emilia Romagna il quinto, con tassi di crescita a doppia cifra per il periodo gennaio-giugno, dopo aver chiuso il 2020 in positivo.

Si registrano quindi segnali positivi per una ripresa delle nostre vendite all’estero per il biennio 2021-22. In particolare, si conferma la centralità dei principali mercati per l’export di vino Made in Italy, ossia Stati Uniti, Germania, Svizzera e Canada, dove la quota di mercato italiana è già elevata e potrà beneficiare della crescita dei consumi attesa in media poco al di sotto del 3%. Anche nei Paesi ancora meno presidiati dalle vendite italiane del settore, come Cina e Giappone, si segnalano potenzialità a fronte dei consumi attesi in forte rialzo.

Buone opportunità di business arriveranno anche da mercati dalle dimensioni più contenute, ma su cui il vino italiano può decisamente puntare per incrementare la propria presenza, quali ad esempio il Vietnam oppure alcuni Paesi del Nord Europa.

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