Morelli, il globetrotter dell’alta cucina
Quella del 2016 è stata una primavera-estate di grandi novità nel panorama gastronomico italiano. Da Enrico Bartolini a Luigi Taglienti, da Davide Oldania Bruno Barbieri, sono stati tanti gli chef che hanno aperto nuovi ristoranti, in particolare nella Milano del dopo-Expo. Tra le iniziative più interessanti nel mondo dell’alta cucina si è fatta notare anche quella di Giancarlo Morelli (nella foto) con la sua Trattoria Trombetta.
Il cuoco bergamasco, una stella Michelin al Pomiroeu di Seregno (Monza), ha inaugurato ad aprile il nuovo locale in zona Porta Venezia insieme ai soci Massimiliano Trombetta (proprietario del locale Frank e “ispiratore” del nome del ristorante), l’immobiliarista Alessandro Ventura, il chirurgo Giuseppe Calarco e il commercialista Domenico Maniscalco, assistiti dall’avvocato Alessandro Pelucchi dello studio legale associato Pelucchi-Ghezzi.
L’investimento complessivo – ha confermato lo chef a MAG – è stato di 700 mila euro con il sostegno di Banca Intesa. L’obiettivo di fatturato è di circa 1,2 milioni l’anno.
Stile metropolitano e sapori della tradizione si uniscono in questo ristorante, di cui Morelli ha curato design, menù e formazione della brigata che conta 13 dipendenti. «Ma la casa madre resta Seregno», ci tiene a sottolineare il cuoco, raggiunto telefonicamente da MAG durante l’evento “Care’s – The Ethical Chef Days”, organizzato in Sardegna insieme al collega e amico Norbert Niederkofler, che pone l’attenzione sull’eticità e la sostenibilità nel mestiere di chef.
A questi impegni si aggiunge il progetto Food studio, laboratorio enogastronomico di sperimentazione inaugurato nel 2015 con la messa a punto del menù de L’Orsa Maggiore di Forte dei Marmi, in Versilia, guidato da lui stesso e dall’executive chef Federico Veronesi (cresciuto al Pomiroeu). «Come faccio a gestire tutto? Oggi la ristorazione non permette di stare fermi in un posto, altrimenti si resta degli artigiani», spiega Morelli. «Per dare continuità e crescere bisogna saper creare un format e investire facendosi conoscere dai clienti in diversi luoghi. Voglio essere riconoscibile per come lavoro anche quando non sono davvero presente nel ristorante».
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