Cracco e il suo nuovo regno in Galleria

di Gabriele Perrone

In Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, i lavori sono in corso da mesi e l’insegna parla chiaro: «Ristorante Cracco – next opening 2017». Si avvicina l’apertura più attesa dell’anno, quella del nuovo ristorante di Carlo Cracco, che dopo una lunga avventura si prepara a lasciare via Victor Hugo per spostarsi nel “salotto” di Milano.
Lo farà in grande stile, negli ex spazi Mercedes, con un locale di cinque piani e oltre 1.100 metri quadrati di superficie che lo chef vicentino, milanese d’adozione, si è aggiudicato a luglio 2015 per 1,1 milioni di euro di canone annuale (la concessione durerà 18 anni).

Un investimento importante, per questo motivo Cracco sta cercando parallelamente di vendere l’attuale ristorante che aveva rilevato nel 2007 dalla famiglia Stoppani (Peck), valutato intorno ai 640mila euro. Fonti vicine allo chef hanno rivelato a foodcommunity.it che sono in corso colloqui con diverse realtà interessate all’acquisto, non solo del settore food, mentre la nuova apertura è prevista in autunno o comunque entro fine anno.

L’ex giudice di MasterChef ha detto addio al programma di Sky per dedicarsi alla nascita di questo suo nuovo “regno” in Galleria: nei cinque piani a disposizione ci sono un caffè-bistrot aperto sette giorni su sette dalla colazione al dopocena, il ristorante gastronomico, uno spazio polifunzionale destinato a eventi culturali (mostre, esposizioni, concerti), la cantina-enoteca (anche con vendita diretta di vino) e le cucine.
Un tempio della gastronomia destinato a illuminare ulteriormente la zona della Galleria di Milano, dove sono già presenti i ristoranti dell’Alessandro Rosso Group, Spazio di Niko Romito, il Trussardi alla Scala e il celebre ristorante del maestro di Cracco, Gualtiero Marchesi.

«Anche se in via Victor Hugo c’è una parte importante della mia vita, gli spazi erano diventati troppo stretti», ha spiegato Cracco a foodcommunity.it. «Adesso il mio obiettivo è quello di sfruttare e allo stesso tempo sostenere le potenzialità di Milano, dando più valore alla ristorazione della città».

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