Corre l’export dei salumi, Assica: +7,1% valore e +10,7% quantità in 2015

Incremento a due cifre per l’export di salumi italiani nel 2015, che ha raggiunto quota 165.250 tonnellate (+10,7%) per un fatturato di 1,35 miliardi di euro (+7,1%). È il bilancio Assica – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria – sui primi dati Istat dello scorso anno, che per l’import evidenzia il trend positivo in quantità (+5,2% per 51.410 ton) ma non in valore (-3,6% per 187,1 milioni di euro). Grazie a questa dinamica il saldo commerciale del settore, precisa Assica, ha registrato un incremento +9,1% per oltre 1,1 miliardi di euro.

Nei mercati Top 5 si distinguono Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Austria. Oltre i confini della Ue, il primo mercato sono gli Stati Uniti dove i nostri salumi sono balzati del 19% a 105 milioni di euro.

Le esportazioni del settore, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce rispetto all’industria alimentare (+6,7%), precisa l’Associazione, e decisamente più brillante di quello complessivo del Paese che ha chiuso l’anno con +3,9%.

Diverso il trend delle vendite sul mercato domestico. Come si legge sul Sole24Ore, «nel 2015 le vendite nella grande distribuzione hanno segnato un progresso dello 0,9% a 3,6 miliardi, ma gli annunci di ottobre dell’Organizzazione mondiale della sanità sul presunto legame tra insaccati, salumi e cancro (secondo l’agenzia Iarc la carne lavorata “è sicuramente cancerogena”) sono stati un colpo di frusta sul consumatore. Negli ultimi tre mesi del 2015 c’è stato il tonfo delle vendite, che poi si è progressivamente ridotto nel primo bimestre del 2016. Secondo i dati Iri, nel periodo febbraio 2015-febbraio 2016 le vendite sono scivolate a valore dello 0,7% a 4,42 miliardi e a volume dell’1,2% a 256 milioni di chilogrammi».

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