Nel commercio si salvano i discount. L’online fa +10,6%

Nel commercio al dettaglio tradizionale si salvano solo i discount alimentari che hanno registrato un +2,2% rispetto allo scorso anno. Continua il boom del commercio elettronico.

Segno negativo per il commercio. Secondo l’Istat sono in calo sia le vendite dei beni alimentari (-1,0% in valore e -1,1% in volume) sia quelle dei prodotti non alimentari (-0,5% in valore e -0,6% in volume). Solo il commercio elettronico segna un aumento del 10,6%. Bene i discount che segnano un +2,2% dal maggio 2018 e +4,2% nel confronto tra i primi cinque mesi del 2018 con quelli di quest’anno. Faticano e non poco gli ipermercati con un calo rispettivamente dell’1,2% e dell’1%.

Il calo delle vendite riguarda quasi tutti i gruppi di prodotti – con la performance peggiore per il settore dell’abbigliamento (-4,9%) – ad eccezione di dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia elettrodomestici, radio, tv e registratori (+0,4%) e mobili, articoli tessili, arredamento (+0,1%). Nell’elaborazione dell’Istat viene anche rilevato come si sia ulteriormente ampliato il differenziale di crescita tra le imprese di piccola dimensione, sotto i cinque addetti, che vedono una flessione tendenziale del 4,8%, e quelle grandi, con oltre 50 addetti, che registrano un modesto incremento (+0,4%).

Per Confcommercio, le difficoltà delle imprese più piccole rappresentano “un campanello d’allarme per una parte significativa del tessuto produttivo» mentre dalle tabelle di Bankitalia emerge un preoccupante rallentamento dei prestiti alle aziende”.

“La stagnazione dei consumi, alimentari e non, conferma – sottolinea Coldiretti – la necessità di scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento dell’imposta sugli acquisti. L’aumento dell’iva rischia di riguardare – afferma Coldiretti – anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie”.

 

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