Birra del Borgo-Ab Inbev, rivolta nel mondo artigianale

Sono giorni di polemiche nel mondo della birra artigianale. Al centro dell’attenzione c’è la recente vendita di Birra del Borgo al colosso AB Inbev.
Nonostante Leonardo Di Vincenzo (nell’immagine di YouTube-MondoBirra) resti alla guida di Birra del Borgo, l’apertura alle multinazionali anche in Italia ha provocato dure reazioni.

Teo Musso di Baladin su Facebook ha annunciato che i locali Open non serviranno più i prodotti di Birra del Borgo: «Rispetto le sue scelte personali anche se distanti dalla mia visione di imprenditore. La filosofia che guida i locali Open è di ospitare birrifici indipendenti e venendo meno questa condizione nell’assetto societario di BdB, abbiamo deciso per comune coerenza di interrompere il servizio delle sue birre».

Anche Manuele Colonna del Ma che siete venuti a fà di Roma ha annunciato che i suoi locali non tratteranno più Birra del Borgo. Gianpaolo Sangiorgi del Birrificio Lambrate, interpellato da Foodcommunity.it, ha commentato così la scelta di Di Vincenzo: «Io non lo avrei fatto, perché in questo modo si abbandonano i valori in cui si è creduto e per cui si è lavorato tanti anni, ma non mi sento di condannare totalmente Leonardo, che è stato il primo a farlo e per questo ne paga le conseguenze».

La polemica si è poi allargata dall’Italia all’estero. La belga Cantillon ha deciso di estromettere Birra del Borgo dall’edizione 2016 di Quintessence, mentre Jean Hummler del Moeder Lambic di Bruxelles ha detto che «ora è il tempo di alzarsi in piedi, dire no e combattere».

Insomma, per alcuni protagonisti del mondo della birra artigianale Di Vincenzo ha commesso un errore imperdonabile  ed è passato “dalla parte del nemico” nella guerra tra multinazionali e piccoli produttori. Ma Di Vincenzo ha rivendicato di aver semplicemente colto un’opportunità per sviluppare la parte creativa della produzione, concentrandosi (con le spalle coperte e le risorse necessarie) sulla sperimentazione.

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