Food & beverage, così la finanza può aiutare le imprese
Quali sono gli strumenti finanziari per la crescita delle imprese agroalimentari? Se ne è parlato l’11 maggio alla seconda Food Law Conference organizzata da Legance–Avvocati Associati a Milano.
Nel corso della prima tavola rotonda si sono confrontati importanti esponenti del settore: Luca Geninatti Satè, senior counsel di Legance, Paolo Gibello Ribatto senior partner di Deloitte & Touche, Emanuela Campari Bernacchi partner di Legance, Federico Cellinahead of marketing & istitutional sales di Taste of Italy-Idea Capital, Matteo Pigaiani head of debt capital markets di Banca Finanziaria Internazionale e Alessia Vianello director finance & treasury di Granarolo.
È emerso che oggi gli strumenti di finanza in Italia sono ancora piuttosto tradizionali, con il ricorso al debito bancario che resta il mezzo più usato dalle imprese. Oltre alla quotazione in Borsa e il private equity (investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate), altri stumenti di funding individuati sono le emissioni di obbligazioni (minibond), il progetto Elite di Borsa, il mercato Aim (quello alternativo del capitale per le Pmi ad alto potenziale di crescita) e il crowdfunding.
«Con la forza trainante del brand Made in Italy – ha dichiarato Paolo Gibello Ribatto – e con la giusta ambizione di raggiungere nel 2020 i 50 miliardi di export, il settore del food & beverage deve trovare non solo nell’innovazione di prodotto e di processo la strada del successo, ma anche tramite l’apertura a nuovi canali di finanza complementare che possano garantire nel medio termine il supporto a progetti di sviluppo».
«È ormai chiaro come le forme di finanziamento più tradizionali non siano in grado di coprire il divario tra mondo imprenditoriale e mondo finanziario», ha commentato Emanuela Campari Bernacchi, partner del dipartimento di debt capital markets di Legance. «Sono necessarie soluzioni che facilitino le Pmi nell’accesso al credito. Talune vengono dalle buone idee del mercato (fintech e possibilità per le Pmi di cedere su piattaforme tecnologiche le proprie fatture che possono essere acquistate dagli investitori tramite aste online oppure dalla stessa piattaforma tecnologica)», altre sono invece offerte dal legislatore che con il decreto legge 3 maggio 2016 n. 59 ha riformato la disciplina per la costituzione del pegno mobiliare. «Grazie alla riforma – conclude Campari Bernacchi – si potrà assoggettare a pegno tutti i beni mobili esistenti o futuri destinati all’esercizio dell’attività di impresa senza che il debitore debba spossessarsi del bene a favore del creditore pignoratizio».
Nella seconda tavola rotonda sono intervenuti Pier Luca Antolini managing director di Taste of Italy-Idea Capital, Paolo Rotelli owner e presidente del Gruppo Ospedaliero San Donato-progetto Eat e Antonio Santarelli owner e amministratore unico di Casale del Giglio Azienda Agricola.
Antolini ha sottolineato come in Italia molte aziende siano legate alla dimensione familiare che rischia di frenarne l’espansione. La finanza, ha aggiunto, può aiutare l’internazionalizzazione grazie alla conoscenza delle diverse situazioni nei Paesi stranieri dove c’è “fame” di prodotti Made in Italy.
In particolare Taste of Italy-Idea Capital è il primo fondo di private equity dedicato al settore agroalimentare: il fondo, che tra i suoi investimenti ha il Gruppo La Piadineria, fornisce agli imprenditori capitale di rischio e competenze per valorizzare le società fino alla futura vendita.